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Trento, 8 luglio 2015
No alla Valdastico
lettera di Antonio Zecca, Università di Trento, Attivo nello studio del clima e delle risorse globali
da l'Adige di mercoledì 8 luglio 2015

Sono molti i rischi legati alla manovra autolesionista che la politica Trentina ha lanciato da pochi giorni. Il fatto: negli anni '60 Piccoli, Rumor e Bisaglia lanciano l'idea di un collegamento autostradale dal Veneto alla zona di Trento. L'idea era dichiaratamente elettorale - serviva a raccogliere voti. Allora aveva un nome: PiRuBi; ora è conosciuta come autostrada A31 - Valdastico. Dopo anni l'idea è stata ripresa dalla dirigenza dell'autostrada A4 (Torino - Trieste) che aspira ad avere il rinnovo della concessione senza gara europea; ma per ottenere questo dovrebbe investire una parte dei profitti in opere di adeguamento e modernizzazione. Ecco quindi che la dirigenza A4 ripropone ancora una volta (sono cinquanta anni!) il completamento del tratto nord dell' autostrada A31 - Valdastico, quel pezzo che va dal Veneto al Trentino.

Va detto subito che cinquanta anni fa - come oggi - non è stata fornita una giustificazione economica e di strategia dei trasporti nel nord Italia che fosse difendibile. Le giustificazioni economiche che portano i sostenitori di questa «opera» sono risibili (risparmiare pochi minuti su un percorso di due ore?) e sono state ormai contestate in molti articoli e incontri e convegni negli ultimi anni. Non riprenderò questi argomenti, ma mi concentrerò su alcuni fatti che portano a scartare la PiRuBi dal nostro futuro. I nostri governanti farebbero bene a prendere atto di questi fatti, prima di imbarcare i cittadini della Provincia in una impresa sicuramente in perdita.

Cominciamo dal futuro economico del mondo e dell'Italia. Naturalmente non ho la sfera di cristallo, ma ci sono informazioni che indicano per il futuro una decrescita generalizzata dell'economia (così come intesa oggi). La prima informazione riguarda il fatto che le risorse planetarie di combustibili fossili sono limitate; quindi ci aspettiamo una disponibilità grosso modo decrescente nel prossimo futuro. Ricorrendo a una similitudine bio-medica, se riduci la quantità di cibo, dovrai ridurre anche il metabolismo - la quantità di «prodotto»; quindi: traffico in discesa. La seconda informazione riguarda il riscaldamento globale: sarà necessario ridurre le combustioni, cioè «il cibo dell'economia». Questo è noto, ma la novità è che i governi saranno costretti a prendere accordi vincolanti già entro quest'anno (conferenza di Parigi). Ridurre le combustioni significa ridurre il traffico. L'informazione più importante è che Papa Francesco ha emanato una Enciclica in cui prende posizione a favore di un controllo del riscaldamento globale; a favore di minori sprechi e di un controllo sul saccheggio delle risorse naturali: di questa Enciclica dovranno prendere atto anche i cattolici Veneti e perfino la dirigenza dell'autostrada A4. Faranno meglio a mollare sulla PiRuBi. Una ulteriore informazione che viene sempre nascosta dagli apparati industriali e dai gestori di autostrade: il traffico nazionale e internazionale è in diminuzione da qualche anno. Non c'è una sola previsione che dica che il traffico tornerà a crescere; tranne quelle taroccate - fatte su misura per gli scopi propagandistici di quei settori che sul traffico ci fanno pane e nutella. Lo sanno tutti, anche le nostre autorità provinciali; ma fanno finta di credere alle favole raccontate dalla dirigenza A4 (il traffico aumenterà nei prossimi anni ? abbiamo bisogno di nuove autostrade ecc.. tutte balle non dimostrate).

Il Trentino come colonia per la sub-industria veneta: è questo il punto di vista con cui la dirigenza della autostrada A4 tratta il problema: tutti i vantaggi di una operazione sbagliata a loro e tutti gli svantaggi ai cittadini del Trentino. Perché se i vantaggi che ci promettono i veneti sono sempre promesse vaghe e non dimostrate, gli svantaggi per il Trentino sono chiari: i più evidenti sono lo sbrego del territorio, l'uso delle nostre valli come cortile di servizio per la sub-industria veneta, l'aumento dell'inquinamento. Tra gli svantaggi, un costo mai finora quantificato per le casse provinciali: sia iniziale che di mantenimento.

Innumerevoli prese di posizione di singoli esperti, di associazioni, di comitati indicano in maniera chiarissima che i cittadini del Trentino sono contrari a questa operazione di potere. C'è dunque esplicito un «Avviso ai governanti»: potrebbero anche andare dietro agli affari dei veneti; ma prima o poi questi errori si pagano.

Antonio Zecca
Università di Trento, Attivo nello studio del clima e delle risorse globali

 

      
   

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